Intimità e reciprocità nella dimensione di coppia
Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare, la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa. (…)
I versi di John Donne ci rammentano la profonda importanza che hanno i legami sociali per la vita umana. Se da una parte è assolutamente vero che ciascuno è integro (dal latino ínteger, “intero”) in se stesso, nell’accezione di un’identità che non ha mai perduto la sua interezza e che non manca di nulla per essere completa; dall’altra è altrettanto vero ed esplicito il desiderio, proprio di ciascuno, di ricercare il contatto e il confronto con gli altri e di instaurare relazioni significative e prolungate nel tempo. Questo desiderio si estende a tutte le tipologie di relazioni, a rimarcare la natura sociale dell’uomo ed il suo bisogno di confrontarsi con gli altri, di sentirsi parte di un gruppo e di stringere relazioni intime con le altre persone.
Tuttavia nelle relazioni di coppia questo radicato e profondo bisogno di intimità si scontra con una grande ambivalenza, che muove tra il desiderio ed il timore (di fidarsi, di essere abbandonati, di soffrire, di essere attaccati nelle proprie fragilità, di perdere la propria individualità) e che conduce ad una sempre più diminuita capacità di stringere relazioni intime e durature. E’ innegabile che le profonde trasformazioni dell’universo relazionale, in termini di libertà e flessibilità, abbiano portato alla definizione di nuove esigenze sociali e allo sviluppo di nuove abilità personali e di coppia, tuttavia vi sono difficoltà relazionali legate a queste trasformazioni che rendono faticoso entrare in intimità con l’altro. Le maggiori difficoltà sono legate si al timore, ma anche al non saper mettere in comunicazione i propri bisogni con quelli dell’altro, al non saper trovare il giusto equilibrio tra la ricerca di sicurezza e il bisogno di libertà e al non riuscire ad esercitare il giusto grado di flessibilità necessario al rapporto.
Ma cosa si intende esattamente quando si parla di intimità?
Innanzitutto intimità e sesso non sono la stessa cosa, anche se spesso vengono usati indifferentemente. Ci può essere intimità senza coinvolgimento fisico e si può avere un rapporto fisico appagante senza per questo entrare in intimità. Sicuramente in una coppia l’intimità influenza il sesso e il sesso contribuisce all’intimità, ma il sesso è solo uno dei tanti modi possibili per dare e ricevere qualcosa, per conoscersi ed esprimersi. L’intimità include cose diverse (in senso fisico, sessuale, mentale, emotivo e spirituale) e si costruisce sulla sensazione di essere apprezzati e accettati dall’altro, così come siamo.
Intimità è il senso di confidenza e di disinvoltura dello stare insieme, è la libertà di mettersi a nudo e di dire quello che si pensa e si prova. L’intimità quindi dona un senso di profonda sicurezza ma, allo stesso tempo, può fare molta paura, perché mettersi a nudo agli occhi dell’altro ci espone e ci rende vulnerabili. La paura nasce dalle ferite emotive che ciascuno porta con sé, ma anche dal timore di essere scoperti per come si è o dal sentire qualcuno troppo vicino a livello emotivo. Paure che spesso portano a rifuggire le relazioni intime.
Intimità però non vuol dire consentire all’altro di fare ciò che vuole. Quello che troppo spesso si dimentica quando si permette a qualcuno di avvicinarsi è di PRESERVARE I CONFINI ovvero quei limiti personali che circoscrivono la nostra area esistenziale e che non possono essere violati da nessuno, nemmeno da noi stessi. L’intimità è difatti una dimensione che si alimenta prima a livello individuale e solo dopo a livello relazionale.
Riuscire ad essere intimi con se stessi, entrando in confidenza con il proprio reale sentire, ci da la misura di come muoverci nelle relazioni con gli altri. Percepirsi saldi nella propria identità è la condizione essenziale per entrare in una relazione intima senza perdersi, senza avere l’impressione di smarrire la propria individualità e unicità. L’autonomia individuale (intesa come la ricerca di un compromesso tra la propria individuazione e la sensazione di appartenenza), è strettamente collegata alla capacità di entrare in intimità e costruire relazioni sane e autentiche. E’ essenziale quindi favorire l’identità personale e l’unità di coppia, che si traduce nella capacità di ciascuno di sperimentarsi come separato e diverso dall’altro pur mantenendo un equilibrio tra i bisogni di identità e di intimità. Quando questo bilanciamento viene meno e si disconosce l’individualità dell’altro, si annulla il bisogno di reciprocità che contraddistingue il rapporto di coppia.
La RECIPROCITA’ è il principio alla base di una relazione paritaria, dove dare e avere rappresentano dei diritti e dei doveri uguali per tutti. La reciprocità, nella sua valenza positiva, pone i partner in una condizione di scambio reciproco rispetto ai propri bisogni e alla capacità di esprimerli, pertanto qualora uno dei due riceva più di quanto abbia chiesto, sarà stimolato a contraccambiare. Nella sua valenza negativa invece la reciprocità rappresenta il do ut des dei sentimenti, per cui “Se io ti do queste cose, dovrai donarmele anche tu”, attivando così un meccanismo di aspettativa fortemente radicato. Pertanto qualora uno dei due riceva meno di quanto abbia chiesto, sarà portato a dare un po’ meno a sua volta e alla lunga, questo impoverimento dello scambio, può condurre alla fine della relazione.
Nella società odierna sono molteplici le dimensioni su cui muovono le relazioni intime e conducono tutte ad un confronto di personalità e di mentalità che può evolversi sia come crescita sia come scontro. E’ perciò importante considerare la vita di coppia come una continua co-creazione dell’equilibrio che prevede una costante riorganizzazione in funzione degli ostacoli incontrati, sia interni che esterni al rapporto. La stabilità del legame consiste proprio in questo continuo riadattamento, in questa flessibilità di ruoli che permette alla coppia di funzionare, nonostante le difficoltà, in modo efficace affinché le forze dei partner si compensino interscambiandosi.
Alla luce di quanto detto, una relazione d’amore intima e reciproca, si costruisce quando entrambi i partner sono in grado di conservare un proprio stato di individualità, senza per questo sentirsi minacciati o abbandonati; quando vi è uno scambio costante tra i partner e un monitoraggio spontaneo della relazione che permette un riadattamento del proprio ruolo in funzione dei cambiamenti della coppia.
Articolo a cura della Dott.ssa Nicoletta Remiddi