Le donne sono creature straordinarie
Nella realtà del nostro paese siamo donne LIBERE DI DIRITTO.
Libere di votare, di studiare, di parlare, di divorziare, di abortire e di denunciare.
Nel celebrare la Giornata Internazionale della Donna è davvero importante ricordare quanto è accaduto e quanto continua ad accadere alle donne in tutto il mondo.
Siamo indipendenti, autonome ed emancipate, padrone del nostro corpo e del nostro utero.
Libere di diventare mogli e madri o di non diventarlo. Padrone di scegliere e di decidere.
Un’esistenza privilegiata, per chi, al contrario, ha vissuto e vive ancora oggi all’interno di realtà e culture molto diverse e non molto lontane.
Moltissime sono le donne che nel mondo, ogni giorno, combattono con una vita difficile; donne sfruttate, discriminate, sottomesse, calpestate, umiliate, escluse, offese, maltrattate, molestate, picchiate, violate e violentate. Esistenze dolorose e devastanti che forgiano spiriti di ferro. Le donne sono straordinariamente abili a sopportare il dolore.
Scrive Concita De Gregorio: “Imparano a cantare piangendo, le donne. Hanno più confidenza col dolore. Del corpo, dell’anima. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da esser quasi amico, è una cosa che c’è e non c’è molto da discutere. Ci si vive, è normale. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza. Ignorarlo, domarlo, metterlo da qualche parte perché lasci fiorire qualcosa. È una lezione antica, una sapienza muta e segreta: ciascuna lo sa”.
Sono tante, troppe le voci rimaste inascoltate, che si sono spente lentamente, nel silenzio e nel tempo.
Troppe le voci di donne che non ce l’hanno fatta e che sono morte, uccise dalle guerre, dalle leggi, dalle ideologie, dai viaggi estenuanti e inumani intrapresi per abbandonare la propria terra e, sempre più spesso, dalla mano di chi diceva di amarle.
Tante però anche le voci che, con coraggio e determinazione, si sono levate più in alto dell’orrore e delle discriminazioni. Tante le donne che hanno trasformato il dolore in forza e che, valicando i limiti dei ruoli sociali loro imposti, hanno cambiato il corso degli eventi.
Quelle sono le voci che ci permettono di essere ciò che siamo e rivendicarlo.
Se oggi siamo libere di votare, di studiare, di parlare, di divorziare, di abortire e di denunciare, lo dobbiamo a tutte quelle donne che nel corso della storia, hanno combattuto con convinzione e tenacia per i propri (e i nostri) diritti, hanno dato prova di intelligenza e grande valore e che hanno scelto di non restare in silenzio.
Una voce, tra le tante, è quella di Eleanor Roosevelt, che si impegnò attivamente durante tutta la sua vita nella tutela dei diritti civili e giocò un ruolo rilevante nella stesura e nell’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Rosa Parks, la prima donna di colore che nel 1955, a Montgomery, si rifiutò di cedere il proprio posto sull’autobus ad un bianco e che per questo venne arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine vigenti che obbligavano i neri a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune.
Indira Ghandi, custode della memoria paterna e primo ministro donna della storia indiana.
Malala Yousafzai, giovanissima attivista pakistana sopravvissuta ad un attentato terroristico e insignita del premio Nobel per la pace a 17 anni, per il suo eroico impegno per il diritto all’istruzione, negato alle donne da un editto dei talebani «Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno». Aung San Suu Kyi, politica birmana, attiva nella difesa dei diritti umani sulla scena nazionale del suo Paese e leader del movimento non violento, insignita del Premio Nobel per la pace nel 1991. Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo in Italia e Germaine Greer, scrittrice e giornalista australiana, voce storica del movimento. Ernestina Paper, la prima donna italiana ad essersi laureata nel 1877, in medicina e che esercitò la professione.
George Sand, una delle scrittrici più innovatrici dell’800, che promosse i diritti di uguaglianza del mondo femminile, ribellandosi alle imposizioni sociali del tempo e Frida Kahlo, splendida pittrice messicana che, in seguito ad un grave incidente, trovò nella pittura lo strumento per esprimere il dolore e la sofferenza ma anche la forza, quella forza capace di reagire anche a situazioni che non hanno rimedio. Margaret Hamilton, ingegnera informatica che negli anni Sessanta guidò il team che sviluppò il software utilizzato poi per le operazioni di atterraggio sulla Luna, avvenuta nel 1969 con l’operazione Apollo 11 e Samantha Cristoforetti, aviatrice, ingegnera e astronauta militare, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Marie Curie, scienziata polacca, premio Nobel per la fisica e per la chimica, a cui si deve la scoperta del radio e del polonio. Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986 e Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace nel 1979.
Una voce scossa dai singhiozzi, ma composta, quella di Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani, morto nella strage di Capaci insieme a Giovanni Falcone. Voci immense quelle di Paola Deffendi e Patrizia Moretti, madri di figli ammazzati. Una voce ferma quella di Franca Viola, la diciassettenne siciliana che nel ’67 ebbe il coraggio di denunciare il suo stupratore e di rifiutare un matrimonio riparatore. Una voce granitica quella di Lucia Annibali, sfregiata in viso con l’acido e sottoposta a sette interventi chirurgici, che ha denunciato il suo aguzzino, con forza e decisione.
Donne che hanno saputo orientare la propria esistenza, spesso pagando di persona prezzi altissimi, verso la giustizia, l’onestà e l’uguaglianza. Storie queste che andrebbero raccontate ogni sera alle bambine prima di andare a letto, perché non è la morale a dare il buon esempio, ma l’esperienza diretta di persone realmente vissute. Le favole di oggi sono storie vere: questo è l’obiettivo del progetto “Good Night Stories for Rebel Girls”, una collezione di 100 storie illustrate da 100 artiste che celebrano altrettante donne straordinarie. Alle bambine si raccontano storie di donne vere, che hanno fatto qualcosa di grande o che hanno dovuto superare molti ostacoli per realizzare se stesse o anche, semplicemente, per sopravvivere. Alle bambine si insegna che possono scegliere di essere chiunque loro vogliano e che non esistono sogni troppo ambiziosi se si ha coraggio, determinazione e generosità.
Sono tante, davvero tantissime, le voci che dovremmo richiamare alla memoria, tante le storie di chi ha trovato la forza di rialzarsi e andare avanti.
Tante le donne che si sono armate di coraggio e hanno alzato la voce e la testa, tante quelle che continuano a farlo, ogni giorno.
Ed è solo l’inizio, perché, come scrive Aldo Cazzullo nel suo libro “Le donne erediteranno la terra. Il nostro sarà il secolo del sorpasso”:
Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere.
Lo stanno prendendo. Le donne ne faranno un uso migliore degli uomini, perché sono più dotate per affrontare l’epoca grandiosa e terribile che ci è data in sorte. Perché sanno sacrificarsi, guardare lontano, prendersi cura
I SEGNALI DEL CAMBIAMENTO SONO EVIDENTI: attualmente ci sono 18 leader mondiali femminili, tra cui 12 capi di governo e 11 capi di stato e la metà di loro sono le prime donne a ricoprire la più alta carica nel loro paese. In America, Hillary Clinton è stata la prima donna candidata alla presidenza. Michelle Janine Howard, ammiraglio della Marina degli Stati Uniti d’America, è la prima donna afroamericana con quattro stelle a guidare una delle principali basi Nato. In Italia, che rimane ancora un paese fortemente maschilista, sono molte le donne che ricoprono incarichi di potere e di prestigio, anche se non vengono citate e valorizzate come dovrebbero.
QUELLO CHE CI INSEGNA LA STORIA E’ CHE NIENTE E’ IMPOSSIBILE e che, anche se a volte smarriamo la voglia di lottare e ci lasciamo prendere dalla paura, dentro di noi siamo piene di forza e di coraggio. Accade spesso che le convenzioni sociali, le aspettative e i giudizi possano farci sentire inadeguate, incomplete o imperfette e che questo ci induca a rinunciare, a lasciar stare. E invece non dovremmo cedere mai ai ricatti di chi ci vuole diverse, dimostrando così solo di non volerci affatto.
Dovremmo accettare i nostri desideri, anche se questi risultano essere non in linea con quelli imposti dalla società e continuare a camminare a testa alta e a lavorare con umiltà e dignità, per raggiungere nuove consapevolezze e per riconoscerci meritevoli delle lodi, dei traguardi raggiunti, delle vittorie, dei successi, dei complimenti e dell’amore.
QUELLO CHE CI INSEGNA LA STORIA E’ CHE NON SIAMO SOLE e che la nostra voce può levarsi insieme a tante altre, per difendere diritti comuni, combattere lotte condivise e creare una rete di protezione all’interno della quale sentirsi al sicuro. Insieme le donne hanno fatto tanta strada e tanta ne faranno perché sono creature straordinarie, quando se ne ricordano e, soprattutto, se lo riconoscono.
Il mio augurio e la mia speranza per questa Giornata è che si possa guardare al passato per ricostruire con orgoglio la nostra memoria storica, quella che ci appartiene e che ci definisce in quanto donne, traendone insegnamento e raccogliendo così il testimone della lotta infinita contro le discriminazioni e le violenze che giornalmente vengono perpetrate fuori dalla nostra porta o a centinaia di kilometri di distanza.
Articolo a cura della Dott.ssa Nicoletta Remiddi