Perché il perdono è un dono?

Basta essere tutti più buoni per poter perdonare?
Basta lo spirito del Natale per ricordarci l’importanza e la necessità del perdono?
Se bastasse questo, perdonare sarebbe sicuramente più facile e invece non lo è affatto.

Se il perdono è il maggiore dei doni, come può una cosa tanto faticosa da compiere, essere un dono? Cosa ci dona il perdono?

Il perdono è un’arma potente, perché libera l’anima e rimuove la paura”, scriveva Nelson Mandela.
La LIBERTA’ è il dono, perché perdonare ci libera dalle ferite del passato, permettendoci di fare pace con esso. La GRATUITA’ è il dono, perché il perdono non può mai essere legato a vincoli o obblighi di alcun tipo; quando mettiamo condizioni al perdono non perdoniamo mai del tutto, ma lasciamo una porta aperta all’amarezza e al rancore. Il perdono è un dono perché viene offerto spontaneamente, senza che l’altro lo meriti, lo chieda o lo sappia.

perchè il perdono è un donoIl perdono è sempre strettamente connesso al dolore causato da una ferita affettiva e rappresenta, insieme alla rivendicazione, una delle due modalità di risoluzione del dolore stesso. Scegliere la strada della vendetta preclude, a chi la percorre, la possibilità di una riconciliazione, poiché non concede spazio per rinunciare all’odio o al rancore. Il perdono, di contro, implica la rinuncia alla rabbia, al risentimento e alla rivendicazione.

Perdonare però non significa necessariamente riconciliarsi, nè dimenticare, minimizzare o giustificare; significa fare in modo che l’offesa ricevuta non provochi più dolore, è fare pace con gli altri e con se stessi. Perdonare non è un gesto di debolezza o di sconfitta, ma un dono di libertà estrema, perché nel perdono risiede la decisione consapevole del ricordare, ma anche del “lasciare andare”, che a sua volta conduce ad una comprensione intima e profonda della possibilità di trasformare il dolore che l’offesa ha causato.

Il perdono non è un semplice atto quindi, ma un vero e proprio PROCESSO DI CAMBIAMENTO, che, nella sua dimensione costruttiva, ci porta a fare i conti con i nostri limiti, la nostra vulnerabilità e la nostra fragilità ed è per questo che spesso risulta essere così faticoso, perché per perdonare c’è bisogno di coraggio e di amore, per gli altri sicuramente, ma soprattutto per se stessi.

Know-if-You-Should-Forgive-a-Guy-Step-10-Version-2 (1)Proprio per questo il perdono necessita di tempo per essere concesso, perché è un percorso a volte difficile e promuoverlo prematuramente sarebbe nocivo, in quanto andrebbe a svalutare la ferita. Una ferita che non si rimarginerà mai attraverso un perdono frettoloso o finto, ma solo quando decideremo di ridefinire il dolore in termini costruttivi e farne qualcosa, perché il perdono non è mai un obbligo, ma una possibilità concreta di rendere quel peso più leggero.

La “leggerezza” arriva perché si alleviano tutte quelle emozioni “pesanti” (stress, ansia, tristezza e rabbia) che, se non lasciate andare attraverso il perdono, vengono tenute strette al corpo e al cuore danneggiandoci a più livelli.

Se il perdono è dunque un processo, quali sono i passi che lo definiscono?

La piena espressione delle emozioni legate all’offesa ricevuta. Sperimentare rabbia, risentimento o odio è fisiologico ed è per questo che le emozioni non vanno negate, ma riconosciute e accolte come reazioni emotive normali. Solitamente in questa prima fase, sono molto frequenti le ruminazioni, che ci portano a ripensare, a rimuginare sul danno subito e su quanto quell’evento ci abbia ferito.

La comprensione dell’evento, di cosa sia successo e perché. Per poter comprendere l’evento è necessario rileggerlo da un’altra prospettiva e spogliarsi temporaneamente dei propri panni per mettersi in quelli di colui che ci ha ferito, ma nonostante tutti i nostri tentativi e le nostre aspettative, nella maggior parte dei casi dobbiamo abbandonare l’illusione di poter avere le risposte per quello che è accaduto.

I tentativi di compromesso o contrattazione, che ci portano a dire “Ti perdonerò se…”, ma come abbiamo detto, quando si mettono condizioni al perdono non si perdona mai del tutto.

La riflessione sulle conseguenze negative del rancore che non modificano l’accaduto, ma che assorbono gran parte delle nostre energie, impedendoci di pensare ad un cambiamento in positivo.

La decisione di perdonare, come passo finale del processo, che non necessita delle scuse dell’altro e che non cancella l’accaduto, ma che riporta serenità nella nostra vita. Nel lasciare andare si decide consapevolmente di accettare il dolore infertoci e di provare a trasformarlo, dando una nuova attribuzione di significato a ciò che è accaduto. Nel perdono abbandoniamo i sentimenti negativi e ci riappropriamo delle nostre energie, che possiamo tornare a spendere diversamente.

Il perdono è un processo di ricostruzione che parte dall’amore per se stessi e che, al tempo stesso, toglie all’altro il potere di ferirci; per questo il perdono è un dono che facciamo a noi stessi e non all’altro.

Se perdonare gli altri è un processo difficile, quanto di più lo è perdonare se stessi?

Nel mio lavoro clinico mi capita spesso di ascoltare parole poco gentili che i pazienti rivolgono a se stessi, come “Non sono abbastanza” o “Sono uno stupido”, o ancora “Non posso credere di essere stato così idiota” e ogni volta chiedo loro di riformulare con parole più gentili e più adatte a ciò che succede. Perdonarsi per un errore commesso è impresa assai difficile perché sappiamo essere giudici molto severi con noi stessi. Il perdono arriva solo quando accettiamo di essere esattamente ciò che siamo, esseri umani con paure, insicurezze ed emozioni che possono modificare il nostro cammino. Il perdono arriva quando capiamo che fallire è lecito e sbagliare è permesso. I passi che definiscono il perdono sono gli stessi che abbiamo considerato prima, solo che spesso quando siamo noi a dover perdonare noi stessi, aspettiamo prima di ricevere l’approvazione degli altri,  dimenticando che l’unica persona a cui dobbiamo chiedere approvazione siamo noi e noi soltanto.

images (2)Il perdono – scrive Marianne  Williamson – è memoria selettiva che ci permette di concentrarsi sull’amore (per noi stessi) e lasciare andare il resto”. Il perdono è un dono perché ci viene in aiuto quando la vita ci mette di fronte a situazioni nuove o simili a quelle che abbiamo già vissuto in passato, ricordandoci che non è tanto quello che ci capita, ma ciò che ne facciamo con quanto ci è successo.

“Ama te stesso, accetta te stesso, perdona te stesso e sii buono verso te stesso, perché senza di te tutti noi saremmo privati di una risorsa meravigliosa.”

Leo Buscaglia

 

Articolo a cura della Dott.ssa Nicoletta Remiddi

 

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