Quando le aspettative vengono disattese
Scriveva Alexander Pope “Beato chi non si aspetta nulla dagli altri, perché non resterà mai deluso”. Delusione, frustrazione, insofferenza, insicurezza, amarezza, sono tutte figlie delle aspettative e della loro mancata realizzazione. Che siano indirizzate verso di noi o verso gli altri, le aspettative possono condizionare fortemente la vita quotidiana e generare emozioni non funzionali.
Partendo dal presupposto che le interazioni sociali rappresentano un sostegno basilare con cui poter interpretare il mondo e che relazionarsi con le persone significa influenzarsi reciprocamente, un sistema di aspettative, secondo lo psicologo Muzafer Sherif, è indispensabile affinché si possa istituire il gruppo sociale.
Le aspettative sono frutto dei modelli culturali e, seppur variando da contesto a contesto, sono prodotte dai ruoli e dalle norme sociali: a ciascuna posizione sociale corrisponde una modalità tipica e ricorrente di comportamento e, sulla base di questa, vengono create delle aspettative circa i contenuti delle interazioni.
La possibilità di relazionarsi con l’altro sulla base di aspettative reciproche (nel caso in cui corrispondano realmente ai comportamenti agiti), riduce sia la complessità delle interazioni sociali, sia la tensione generata dall’insicurezza sui comportamenti altrui. Conformarsi alle aspettative fa parte dell’adattamento sociale e si rivela essere di grande aiuto nell’interpretare le situazioni, nel prevedere le conseguenze e nel pianificare e “regolare” i comportamenti.
Se da una parte “Conformarsi” alle aspettative della società può rappresentare una risorsa per l’attore sociale, questo non significa che si debba cambiare se stessi per soddisfare le aspettative degli altri, né che si possa permettere alle aspettative di modificare il modo in cui vediamo e valutiamo i nostri e gli altrui comportamenti.
E’ necessario chiedersi sempre se ciò che stiamo facendo, o che ci accingiamo a fare, ci piace e ci soddisfa veramente.
Si definisce aspettativa “la previsione ragionevolmente realistica di ogni attore sociale circa la condotta degli altri membri della società in un contesto di incertezza “.
“Previsione ragionevolmente realistica” implica che la previsione che ci creiamo sull’esito di un evento, si basi su esperienze personali passate e quindi consapevoli e non su fantasie, che, proprio perché proiezioni del futuro, non sempre sono realistiche. A volte le aspettative che ci creiamo sono troppo rigide, esagerate o irrealistiche e quindi destinate ad essere deluse. Che succede quando le aspettative vengono disattese?
La delusione delle aspettative si genera spesso da un’illusione di partenza.
Quando si anticipa mentalmente uno scenario, prefigurandoselo in positivo, lo si carica emotivamente e più ci si avvicina all’evento, più la tensione e l’agitazione sale.
Spesso l’aspettativa iniziale non trova riscontro nella realtà, proprio perché non è basata su dati reali e si trasforma in delusione. L’intensità della delusione dipende da due fattori: dall’importanza di ciò che viene atteso e dal tempo che si passa ad attendere. Nel tentativo di non deludere, si rimane delusi.
Cosa succede quando ci si aspetta qualcosa ?
– Allontanamento da sé stessi. Attribuire importanza eccessiva all’altro provoca uno sbilanciamento continuo dell’attenzione. Focalizzarci all’esterno ci allontana da noi, distraendoci dai nostri bisogni e dai nostri interessi. A lungo andare questo auto-boicottagio mina la nostra autostima.
– Desiderio di controllo. Aspettarsi che una cosa vada in un certo modo o che una persona faccia certe cose implica il bisogno ed il desiderio di avere il controllo sugli eventi. Nel tentativo di avere il controllo su ciò che accade o potrebbe accadere, ci si continua a porre domande, destinate però a rimanere senza risposta.
Dal desiderio di controllo, spesso, si fa dipendere il proprio senso di sopravvivenza emotiva.
– Pretesa di “far andar bene le cose”. Nell’illusione di “far andar bene le cose a tutti i costi”, si tende ad accondiscendere, a individuare e a soddisfare le esigenze dell’altro, si tende a voler essere perfettamente aderenti alla visione che l’altro ha del mondo.
Questo porta ad un sovraccarico di responsabilità ed espone, in caso di fallimento, alla delusione, alla frustrazione e al dolore ed innesca un circolo vizioso in cui ci si sente sempre meno capaci e sempre più in balia degli eventi esterni.
– Pretesa di cambiare l’altro. Aspettarsi, inconsapevolmente, che l’altro si comporti secondo le nostre regole induce, laddove i sui comportamenti non rispecchino le nostre aspettative, a volerlo “cambiare” o “aggiustare”, nella convinzione che, prima o poi e grazie ai nostri sforzi, diventerà esattamente come lo vogliamo.
Quali aggiustamenti possiamo apportare nel quotidiano?
- Ogni volta che si pensa e si ragiona con il baricentro spostato sull’altro ci si dovrebbe sforzare di ricondurre subito il centro dell’attenzione su se stessi (Come mi sento io? Cosa desidero io? Questa cosa mi sta bene oppure no?)
- Abbandonare la pretesa di controllare gli eventi per imparare che, per poter controllare la realtà, è necessario accettarne il suo indivenire perpetuo e la sua mutevolezza costante. Esercitare potere sulla realtà vuol dire riconoscere e accogliere gli eventi, imparando ad attribuire loro la giusta importanza.
- Basarsi sui fatti, compiendo un esame oggettivo della realtà. Non ci lasciamo viziare da ciò che “vogliamo vedere”, ma basiamoci su quello che realmente vediamo. Riuscire a fare un esame oggettivo delle situazioni che tenga davvero conto di tutte le variabili, positive e negative, coinvolte, ci aiuta a nutrire aspettative sane verso i contesti e verso le persone.
- Se vogliamo aspettarci qualcosa, aspettiamocelo da noi stessi. Le sole aspettative che possiamo, in qualche modo, “controllare” sono quelle verso noi stessi ed è fondamentale che sia su queste che concentriamo le maggiori aspettative di cambiamento, nonché i nostri sforzi. Abbandoniamo la pretesa di poter cambiare l’altro o di poter cambiare le situazioni e facciamo focus su noi stessi e sui nostri bisogni.
Articolo a cura della Dr.ssa Nicoletta Remiddi, scritto e pubblicato per Benessere4u
Grazie mi ha fatto riflettere molto