Cibo e alimentazione: piacerSI e non piacere
Quando parliamo di alimentazione e cibo, è inevitabile fare riferimento anche all’immagine del nostro corpo che abbiamo e che vorremmo avere.
Spesso, però, lasciamo che a decidere come dovremmo essere siano dei canoni esterni, in particolare impariamo a pensare che dobbiamo essere in un certo modo, se vogliamo piacere agli altri, pensando che questa sia la cosa che veramente definisce se siamo o non siamo “belli”, dimenticando di dare importanza al nostro proprio metro di giudizio.
Dimentichiamo, quindi, di fare riferimento al nostro giudizio interiore, di farci guidare dalla consapevolezza per valutare quello che siamo e, di conseguenza, nello scegliere cosa mangiare. Le due dimensioni cibo ed aspetto fisico, infatti, sono strettamente correlate. “Noi siamo quello che mangiamo” diceva Feuerbach, e infatti la nostra forma fisica, ma soprattutto il nostro stato di salute, dipendono dal nostro stile alimentare: cosa mangiamo, l’apporto di calorie immesse e bruciate, le scelte alimentari che compiamo abitualmente e nelle occasioni speciali.Negli ultimi anni, social, internet, tv, ci hanno proposto degli ideali rispetto a quello che il nostro corpo dovrebbe essere. Quello che appare interessante è che spesso quelli che sono i canoni con cui tendiamo a valutare il nostro corpo, la nostra forma fisica, e quindi la soddisfazione che proviamo per il nostro aspetto, derivano in realtà da modelli esterni a noi, a cui siamo indottrinati ed esposti continuamente. Questo, oltre ad allontanarci dalla nostra naturale capacità di giudicare autonomamente quello di cui abbiamo bisogno, ci pone in un’ottica di insoddisfazione certa. Facendo un giro su youtube, guardando le pubblicità semplicemente, o le donne e gli uomini presenti in tv, i modelli estetici che vengono proposti e “venduti” come vincenti, appaiono naturali e facili da raggiungere, oltre che la chiave della certa realizzazione e felicità: niente di più sbagliato. In realtà, le immagini con cui veniamo bombardati sono frutto di artefatti e ritocchi: chirurgia estetica, make-up, ritocchi con programmi per il computer, queste sono le tecniche con cui l’immagine di rotocalchi, programmi tv e blogger è migliorata per essere maggiormente appetibile. Quello che succede è che alla fine il nostro concetto di bellezza si discosta sempre di più dalla realtà, prendendo a modello qualcosa che nel mondo reale invece proprio non esiste, ma è frutto di manipolazioni varie che rendono quell’immagine bella, ma artefatta, non corrispondente a quello che ognuno di noi alzandosi la mattina potrebbe trovare nello specchio. Quando scegliamo di cambiare il nostro stile alimentare, spesso, lo facciamo non soltanto per questioni di salute, ma anche per scelte dettate dal giudizio estetico che ci diamo: vogliamo vederci meglio, più snelli, in forma, in una parola BELLI. Quello che accade, però, è che nel fare questo perdiamo la bussola di quello che realmente vogliamo per noi stessi, cercando di raggiungere proprio quelle immagini mistificate ed irreali di bellezza, portandoci sulla via dello sconforto e della frustrazione, perché ideali per definizione irraggiungibili.
Quando ci guardiamo allo specchio, quando scegliamo cosa mangiare, quando prediligiamo un tipo di attività fisica, la bussola che dovrebbe guidarci, invece, è la nostra consapevolezza circa quello che è sano per noi, per il nostro peculiare corpo, per la nostra speciale ed irripetibile forma fisica.
Guardare all’alimentazione come mezzo di benessere è assolutamente legittimo, meno e decisamente illusorio è pensare che la nostra felicità dipenda dalla taglia che raggiungiamo, dalla coppa del reggiseno, dal numero che la bilancia ci rimanda. Se compiamo la scelta di fare dei cambiamenti per sentirci meglio, allora la strada migliore è quella di affidarsi a dei professionisti specializzati nel settore, intanto per metterci di fronte al nostro reale stato di salute, e per poi definire degli obiettivi realistici. In un percorso psicologico che mira alla gestione del peso corporeo, elemento importante è riportare la bussola sul proprio giudizio personale:
imparare a piacersi, più che a piacere, capire che la nostra bellezza intanto non è soltanto un fatto puramente esteriore, che certo è sano tentare di essere in forma, ma questa non è l’unica chiave di lettura con cui guardare a noi stessi.
E’ bene imparare a guardare dentro, ai nostri canoni, alle nostre esigenze, alla nostra essenza, a quello che siamo, muovendoci verso degli obiettivi che siano ancorati al mondo reale, e che ci permettano di guardarci allo specchio sorridendo, invece di fare la guerra a quello che siamo. Impariamo di nuovo a piacere a noi stessi, più che a modificarci per piacere agli altri.
Articolo a cura della Dott.ssa Anastasia Zottino