Foodporn e Mukbang: il cibo è social
Anche il cibo ed il nostro rapporto con esso, sono stati completamente trasformati dai social media. Due le parole ricorrenti in questo nuovo universo parallelo fatto di facebook, instagram e youtube: foodporn e mukbang, due fenomeni attuali che ci fanno comprendere come il senso dell’alimentazione si sia sempre più allontanato dalla finalità della nutrizione e dalla soddisfazione di un bisogno primario, per acquisire nuove valenze social, che hanno ben poco a vedere con l’assaporare il nutrimento, ma che invece molto ci dicono su come anche il cibo è moda, apparenza, ossessione portata all’estremo degli eccessi.
Videoricette, consigli sull’alimentazione, pubblicità: il cibo sembra essere ovunque e la fiorente industria del dimagrimento è in costante crescita, mentre cerchiamo di barcamenarci tra la crescente offerta di alimenti e la voglia di essere in forma. I social hanno cambiato il nostro modo di vivere, interagire con gli altri, ma anche il nostro modo di mangiare. Basta aprire un qualsiasi social per essere bombardati da messaggi continui e contrastanti riguardanti il cibo. Se da una parte siamo sommersi da video e foto che hanno come unico soggetto il cibo, dall’altro siamo invitati ad essere belli, scattanti, non solo in forma, ma decisamente magri. Il nostro cervello ed il nostro appetito registrano una vera e propria frustrazione e confusione:
come si può essere circondati costantemente dal cibo ed allo stesso tempo essere perfettamente in linea se non, come ci ricordano le campagne pubblicitarie dei costumi, magri a tutti i costi?
La comunicazione social rispetto all’alimentazione sembra aver scisso lo stretto ed indissolubile rapporto tra forma fisica (che forse dovremmo ricominciare a chiamare salute) e qualità del cibo che utilizziamo per nutrirci. Di fatti il concetto di nutrizione viene meno: il cibo non è solo elemento di “cura” del corpo, ma all’opposto diventa un mezzo godurioso, bisogno spasmodico, smodato e lussurioso. Il cibo, come il sesso, costituisce per noi un bisogno primario. Infatti esso, nei social, viene associato al piacere, al godere: viene coniato l’hashtag #foodporn.
Esso è collegato a tutte quelle pietanze eccessive, strati e strati di cioccolato, creme, merendine, condimenti, zuccherini, tutto in un solo piatto…tanto che quel cibo sfiora ed a volte oltrepassa il limite del nauseante.La nostra cara vecchia dieta mediterranea, già soppiantata dai cibi industriali, subisce il colpo finale ed in tavola compaiono quelle pietanze piene di formaggi, che poi vengono fritte, farcite, ricoperte di salse. Insomma niente di nutriente ma tutto molto calorico, dove il piacere del cibo è associato solamente all’eccesso e forse neanche più al gusto. Ma i social hanno dato vita ad un altro nuovo fenomeno: il mukbang. Dalla Corea del Sud arriva questa nuova tendenza di guardare via internet persone che mangiano, spesso in diretta, e sotto compenso, grandi quantità di cibo interagendo con il pubblico. Non sono chef che mostrano delle ricette, ma delle semplici persone che consumano grandi pasti chiacchierando del più e del meno.
Forse che questo ci consenta di recuperare quella dimensione di socialità e aggregazione che abbiamo perso proprio attraverso i social?
Sembra che guardare in diretta qualcuno che consuma il pasto, sia legato al piacere di sentirne la masticazione, la soddisfazione enfatizzata dai vocalizzi, altri invece ritengono che sia semplicemente un modo per avere compagnia mentre si gusta la propria di cena. Non a caso tale fenomeno si avvia in un paese dove la stessa parola famiglia, vuol dire “coloro che mangiano insieme”.
La sensazione che si ha è quella di una gran confusione, dove abbiamo perso il senso della misura, della fame, del nutrimento e della salute, lasciando spazio a cibo spazzatura, solitudine malcelata e mal rimpiazzata, ideali irrealistici che diventano sempre più frustranti mentre cerchiamo di barcamenarci tra il cibo di moda e la moda della forma fisica.
In tutto questo che fine fa il nostro personale senso della bellezza, della sazietà, del piacere del cibo per quello che è senza arrivare alla nausea?
Credo che, se proprio vogliamo associare cibo e sesso, allora stiamo facendo all’alimentazione quello che abbiamo fatto all’educazione sessuale: il cibo ed il sesso sono ovunque, all’eccesso, sempre se ne parla, ma se ne parla male ed il dialogo non è più informazione ma spasmodica ricerca orgasmica senza contatto, senza umanità, senza sapori, profumo, innamoramento, poesia. Anche l’alimentazione, come il sesso, si tramuta a puro atto meccanico, dove si perde la coscienza, ci si allontana nell’eccesso dal senso intimo e profondo delle cose. Suonerà antico ma un bel caffè con degli amici difficilmente può essere rimpiazzato dallo youtuber di turno che mastica in diretta…difficilmente il pane sfornato in casa può essere sostituito dalla ricetta della pasta cotta nel latte insieme alla carne ed alla verdura. Snaturare i nostri bisogni ci allontana dalla possibilità di appagarli realmente e l’eccesso non riesce comunque a renderci felici…la nostra fame, il nostro bisogno di contatto, sono sempre lì e chiedono un soddisfacimento coerente.
Articolo a cura della dott.ssa Anastasia Zottino