Junk Food: la malnutrizione per eccesso

Il 16 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, per ricordare la data di fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ossia  la FAO, istituita in Canada nel 1945.
Ogni anno, in tale occasione, vengono affrontati temi relativi alla sicurezza alimentare, alla povertà ed alla fame, per cercare di sensibilizzare le coscienze circa tali questioni urgenti e preoccupanti.

GIORNATA-MONDIALE-DELLALIMENTAZIONE Quest’anno si è puntata l’attenzione allo sviluppo dell’agricoltura ed all’investimento su di essa, come chiave fondamentale per cambiare la realtà migratoria umana. Ancora oggi molte persone migrano a causa di guerre e povertà, elementi connessi spesso alla mancanza di cibo. Quando parliamo di malnutrizione, solitamente pensiamo alla difficoltà nel reperire il cibo necessario alla sopravvivenza.

Questo fenomeno è propriamente detto MALNUTRIZIONE PER DIFETTO.

Dobbiamo però considerare che il termine “malnutrizione” si riferisce ad una condizione in cui il corpo non riceve i nutrienti necessari.

Possiamo, quindi, constare un ulteriore fenomeno ad essa legato, parimenti dannoso per la salute, e cioè la MALNUTRIZIONE PER ECCESSO che si verifica nel momento in cui c’è un introito di calorie consistente, ma la persona risulta comunque denutrita, essendo carente nei nutrienti necessari a garantire un buono stato di salute. Questa situazione può verificarsi per condizioni patologiche preesistenti, ma anche quando il cibo consumato  è di scarsa qualità. Infatti, non possiamo tralasciare parlando di malnutrizione, il JUNK FOOD: il cibo spazzatura. Questo tipo di alimenti è ricco a livello di apporto calorico, ma parliamo di calorie “vuote”, ossia non nutrienti. Il termine “junk food” viene coniato da Michael Jacobson, direttore del Center for Science in the Public Interest di Washington (USA) che disse: «Le bibite sono la quintessenza del junk food, tutto zucchero e calorie senza nessun nutriente. Gli americani stanno affogando nelle bibite».

junkfoodtasteQuesti alimenti vengono consumati specialmente nei Paesi in via di sviluppo come rilevato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dove le scarse risorse economiche non permettono di acquistare del cibo salutare, molto più costoso, e dove si fa strada il cibo industriale, ma anche le catene di fast food. Il cibo spazzatura quieta la fame, sazia, ma non apporta nessun tipo di nutrimento soddisfacente al corpo, introducendo un apporto calorico elevato in grassi e zuccheri. La realtà del cibo spazzatura è diffusa anche nei paesi ricchi: il cibo è ovunque, soprattutto il cibo industriale, facilmente reperibile a basso costo, disponibile spesso nelle catene di ristorazione, o già pronto al consumo, e che quindi non richiede, la maggior parte delle volte, alcun tipo di preparazione. Inoltre, il ritmo di vita frenetico porta alla mancanza di tempo sia per cucinare che per fare attività fisica: la sedentarietà e l’assunzione di cibi “veloci” già pronti danno il colpo di grazia allo stile di vita sano, con effetti disastrosi sul nostro aspetto e soprattutto sulla nostra salute. Si è cercato di tracciare delle liste per individuare i cibi spazzatura, ma in realtà molto dipende dalla modalità di preparazione di un alimento: un dolce fatto in casa, dove possiamo decidere la quantità di zuccheri, la qualità dei grassi utilizzati ed il tipo di farina, ha una valenza nettamente differente da un dolce di produzione industriale. Lo stesso hamburger, preparato in casa, scegliendo il tipo di condimento e soprattutto acquistando una carne di buona qualità, non ha lo stesso valore nutritivo dello stesso piatto prodotto in un fast food.

malnutrizione per eccesso junk foodCosì come la denutrizione, la malnutrizione per eccesso causa diverse malattie, tra le più comuni diabete, sovrappeso ed obesità.

Diversi Paesi si sono trovati a dover tassare le bevande ad alto contenuto di zuccheri per scoraggiarne l’utilizzo, o a dover vietare spot pubblicitari di junk food indirizzat a bambini.


Il junk food, proprio per le sue caratteristiche, risulta estremamente stimolante con il suo sapore eccessivo ed ha l’effetto di eccitare il nostro cervello andando ad influenzare i recettori della dopamina, esattamente come farebbe una droga.

Uno studio condotto dall’Università di Liverpool ha evidenziato come l’esposizione a pubblicità a contenuto alimentare spingeva veramente i bambini a mangiare di più, effetto tanto maggiore quanto più i bambini erano sovrappeso od obesi. Tale cambiamento però si è registrato anche nei bambini normopeso, aumentando il consumo di cibo ben dell’84%.

Le ricerche dell’Università del New South Wales in Australia, hanno evidenziato come allevando due gruppi di ratti e distinguendoli in base ad un’alimentazione sana o ipercalorica, questi ultimi hanno dimostrato un ridotto interesse per i nuovi sapori, preferendo sempre alimenti ipercalorici e non sani. Tali effetti sarebbero trasferibili anche alla realtà dell’alimentazione umana. Anche in questo caso, si è notato come l’assunzione di cibo spazzatura a lungo termine vada ad incidere sul nostro funzionamento cerebrale, a livello del circuito della ricompensa, andando ad influire sul processo decisionale ed anche alla regolazione dell’appetito.

Il cibo nella cultura occidentale ha preso uno spazio preponderante: tv, social, foodporn, gare culinarie e mukbang. Tutto oggi nella nostra parte di mondo ci invita a consumare più cibo, o meglio più cibo grasso.

Abbiamo perso il senso del gusto e della misura, ed è facile notarlo se pensiamo alle taniche di succo di frutta o latte americane, se pensiamo ai menu no limit, come se attraverso il cibo esprimessimo una voglia di sregolatezza, di varcare dei limiti, di decidere come e quando mangiare, di riaffermare la possibilità di avere ancora il controllo su qualcosa. Ci sembra di afferrare un vero affare imperdibile se possiamo pagare meno per mangiare illimitatamente, perdendo il senso della misura, non controllando quanto e cosa stiamo mangiando, quando in realtà il nostro corpo non ha bisogno di tutto quel cibo.

alimentazionebambiniSembra che attraverso l’abuso di cibo stiamo rivendicando il diritto a fare come vogliamo: a tavola ci possiamo permettere di trasgredire, usare, abusare e non avere un limite, come ad affermare che siamo ancora padroni di questo elemento. La realtà è invece che le pubblicità spesso decidono al nostro posto facendoci venire l’acquolina in bocca e spingendoci spasmodicamente ad alimentarci, senza mai considerare il motivo per cui dovremmo mangiare: il senso di fame. Alimentarsi in maniera sana è una questione di educazione, di cultura, di messaggi che sin da piccoli portiamo dentro di noi, e che riceviamo dall’esterno non soltanto nel mondo ristretto dell’ambiente familiare, ma anche in quello allargato sociale e social.

Il cibo stimola le nostre memorie più ancestrali
, il rapporto neonatale con la madre, e traccia un filo rosso lungo la nostra esistenza: nutrire ed essere nutriti comprendono il significato di prendersi cura dell’altro, garantendone la sopravvivenza fisica, essendo capaci di rispondere ad un bisogno primario di qualcuno che dipende da noi. Parimenti con il cibo riusciamo ad apprendere con il tempo che qualcuno può garantirci la sicurezza primaria di essere nutriti, quindi riconosciuti nei nostri bisogni più elementari…essere nutriti vuol dire che qualcuno ci accoglie, ci riconosce come esseri umani, e si preoccupa che noi siamo in salute. Che significato assume, allora, la malnutrizione, in ogni sua accezione?

Perdiamo di vista il primo obiettivo fondamentale del cibo: nutrire. Se recuperiamo il significato primario dell’atto dell’alimentazione scopriremo che attraverso di essa possiamo prenderci cura di noi stessi, nutrirci, farci del bene, così come faceva il latte che ricevevamo da lattanti. La malnutrizione può essere un fenomeno subito nelle realtà in cui scarseggia il cibo o la possibilità di acquistarne di buona qualità, ma è anche un grido di aiuto importante quando diventa il mezzo attraverso cui annientare il nostro corpo.

Articolo a cura della dott.ssa Anastasia Zottino

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