Sii la tua fonte d’energia

Sempre più spesso, nel lavoro clinico, mi capita di accogliere domande relative a conflitti relazionali interpersonali. Il più delle volte la persona arriva a me spenta, confusa e smarrita dichiarandosi stanca e impotente difronte a qualcosa che non sa gestire, qualcosa che la priva delle sue energie.

Quando domando cosa abbia portato a questa sensazione, spesso le cause vengono ricondotte all’estrerno: un lavoro faticoso, una vita frenetica, un partner non giusto, una famiglia pressante.

Difficilmente la persona parte da sé, dal suo vivere nel qui e ora, da quello che prova o quello che pensa di avere dentro per poter cominciare un percorso di risalita verso ciò che rappresenta la sua serenità. Siamo quasi sempre portati a pensare che solo qualora le condizioni esterne mutassero saremmo capaci di ritrovare lo slancio e le energie di cui abbiamo bisogno.

Niente di più sbagliato.

Dobbiamo partire dal preupposto che tutto ciò di cui necessitiamo per raggiungere il benessere è già dentro di noi, che esiste una fonte d’energia interiore a cui spesso non sappiamo attingere.

Questa consapevolezza non può nascere fin quando non smettiamo di rivolgere l’attenzione all’estrerno e cominciamo a rivolgerla verso di noi, al nostro interno, al nostro sentire.

Quando impariamo a prestarci attenzione, a riconoscere l’energia di cui disponiamo e a portarla fuori, possiamo sviluppare un nuovo modo di osservare la realtà e le nostre esperienze.

Ad esempio: vi siete mai interrogati su come vi sentiate a contatto con le persone che frequentate abitualmente, le sensazioni e le emozioni che l’incontro con l’altro vi trasmettono?

Sono certa che riflettendoci su potreste subito distinguere tra due tipi di percezione:

una positiva, nutriente, arricchente, generata dall’incontro con quelle che riteniamo le persone giuste per noi, l’altra, negativa, relativa alle persone con cui diciamo di entrare in conflitto.

Questo accade perchè non sempre siamo in grado di fare un buon uso dell’energia che possediamo. Spesso, l’assenza di contatto con la nostra fonte, induce a cercare l’energia che ci serve altrove, nell’altro che ci circonda, a strapparcela a vicenda invadendo in questo modo lo spazio vitale dell’altro, deturpandolo della sua energia. I tentativi di dirigere e controllare l’altro, in quest’ottica, possono essere visti come un bisogno necessario alla persona per potersi procurare il nutrimento energetico di cui necessita e di cui non dispone.

Energia-Vitale

Imparare ad entrare in contatto con il nostro centro di energia vitale è possibile. È una pratica che può essere allenata e ci permette di elevarci spiritualmente, di raggiungere un livello di benessere superiore che induce ad abbandonare vecchi schemi di comportamento tesi a volersi imporre e controllare l’altro, forti del fatto di sapere da dove poter attingere l’energia di cui abbiamo bisogno e desiderosi di volerla portare all’esterno, di irradiarla introrno a noi.

Come dico sempre: “quanta più energia immettiamo nel mondo, tanto più quest’energia può tornare a noi, amplificata, in una sorta di effetto boumerang”

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Ciò accade solo quando l’incontro con l’altro è autentico e reale, quando le persone coinvolte nell’interazione sono ben collegate con il proprio centro, con la propria energia vitale. In questi casi, l’interazione diventa uno spazio costruttivo in cui si genera energia nuova, dove avvertiamo una sensazione di pace e benessere, ci sentiamo nutriti dalla presenza dell’altro, più carichi, rinvigoriti.

Diversamente se uno o più membri, nello scambio, non sono connessi al proprio interno, l’interazione può divenire uno spazio distruttivo, una lotta per accaparrarsi le poche energie disponibili.

Come dice Osho, maestro spirituale indiano: “per raggiungere la tua crescita spirituale devi attingere alla grande energia che è disponibile, addormentata dentro di te. Colui che manca di un centro perde facilmente l’equilibrio, chi ne è connesso ha qualcosa di calmo e abbraccia il tutto”.

Articolo a cura della dott.ssa Sonia Pignataro

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