Il trattamento logopedico nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

L’apprendimento è uno degli elementi che tendiamo a dar per scontato, perché fa parte del nostro modo di essere e di rapportarci con le sfide quotidiane. È difficile definirlo in termini generali ed univoci. Se proviamo a chiederci cosa intendiamo per apprendimento, le nostre risposte molto probabilmente contempleranno elementi estremamente eterogenei. Impariamo qualcosa solo se ci serve per la sopravvivenza, verrebbe da pensare. Ma è sempre così? Possiamo imparare qualcosa per caso e ricordarla anche se non è strettamente necessaria per sopravvivere? Sono tanti gli elementi in gioco, e la dinamica delle cose tende a turbare il loro reciproco equilibrio.

L’apprendimento è l’atto “dell’acquistar cognizione”. Un processo di cambiamento, relativamente permanente, di una capacità o comportamento dovuto all’esperienza.

Il nostro ruolo, qualunque sia il titolo che abbiamo, a volte ci consente di fare la differenza nel futuro di un bambino che inciampa negli apprendimenti. È una responsabilità importante che abbiamo scelto di assumerci, in ragione della quale abbiamo il dovere di conoscere “come funzionano le cose prima di capire se e dove sono rotte”.

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Come logopedista svolgo mansioni differenti a seconda del momento in cui il paziente viene preso in carico. In alcuni casi lavoro con bambini a partire dai 4 anni, che presentano ritardo o disturbo nell’acquisizione del linguaggio, altre volte il trattamento inizia durante i primi anni di scolarizzazione.

Il trattamento abilitativo o riabilitativo è la risposta al bisogno di salute manifestato dal paziente. Sulla base delle difficoltà emerse è importante formulare un piano di intervento personalizzato e modellato sulle esigenze specifiche di ciascun bambino, avvalendosi di proposte scientificamente riconosciute e di materiali adeguati per promuovere l’acquisizione, il recupero o il potenziamento delle abilità. Questo è particolarmente importante perchè, al di là dell’ “etichetta” che porta ad identificare un bambino come dislessico, disortografico o discalculico, ciascun bambino ha sue peculiari caratteristiche e potenzialità, che lo rendono diverso da tutti gli altri e che rappresentano le risorse da cui partire ed entro cui formulare un intervento che gli permetta di imparare, di essere al pari degli altri.

Per poter far questo è importante che il professionista conosca quali siano i meccanismi dell’apprendimento perchè è solo così che si possono acquisire competenze pratiche necessarie ad aiutare un bambino che inciampa negli apprendimenti, indipendentemente da come si chiama quel disturbo o quella difficoltà.

Il mio lavoro con bambini con un disturbo specifico dell’apprendimento mira a compensare la loro non autosufficienza durante il percorso scolastico e interessa principalmente le attività di lettura, scrittura e calcolo. Le attività di potenziamento mirano a rafforzare aspetti peculiari:

  • Lettura: potenziamento dell’abilità tecnica di decodifica di parole scritte e attività finalizzate alla comprensione del testo.

  • Scrittura: potenziamento del gesto grafo-motorio finalizzato alla produzione di lettere; delle abilità di trasformare suoni in lettere, cioè come competenza ortografica; delle abilità di produzione creativa, finalizzata alla produzione dei testi.

  • Calcolo: potenziamento degli aspetti basali, cioè come cognizione numerica; degli aspetti procedurali e strategici, finalizzati all’esecuzione di operazioni aritmetiche; dell’aspetto strumentale finalizzato alla risoluzione di problemi aritmetici.

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Invece il lavoro svolto con i più piccoli, quando ancora non è possibile stabilire con certezza la presenza di un disturbo d’apprendimento è quello sui prerequisiti. Con questo termine ci si riferisce ad una serie di competenze cognitive il cui ruolo nel favorire gli apprendimenti è fondamentale, nel senso che la loro presenza, stabilità ed automaticità costituiscono condizioni indispensabili perché i successivi apprendimenti possano poggiarsi su solide basi. La mancanza di una o più di queste condizioni costituisce un forte indice predittivo di rischio per lo sviluppo di difficoltà di apprendimento.

L’analisi dell’adeguatezza dei prerequisiti, rientra in quella serie di misure preventive che sarebbe utile adottare, in particolare durante l’ultimo anno di scuola dell’infanzia e nel primo anno della scuola primaria, per far si che si individuino tempestivamente i casi a rischio e si attivino adeguate iniziative di supporto. L’importanza della prevenzione attraverso l’identificazione precoce è dovuta a due ragioni. In primo luogo è dimostrato come questo determini l’evoluzione successiva delle condizioni di difficoltà negli apprendimenti, ed in secondo luogo è accertato che le differenze individuali si accentuano con il passare del tempo, per cui se ad esempio lo svantaggio a 5 anni è lieve, a 8 anni tale differenza aumenta se non si sono attuati idonei interventi compensativi.

Dunque il disturbo specifico dell’apprendimento è una “disfunzione”, non ci sono danni organici ma il cervello modellizza le sue funzioni modificando la risposta biologica sulla base dello stimolo esterno che riceve. E’ importante intervenire precocemente in modo da sfruttare i periodi aurei dello sviluppo di abilità specifiche ed evitare conseguenze come l’abbassamento dell’autostima, problemi comportamentali e abbandono scolastico.

Articolo a cura della dott.ssa Antonella Cuviello

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