Dimagrire senza dieta si può?
Dimagrire senza seguire una dieta è possibile. Molti saranno incuriositi nel leggere un articolo psicologico che tratta di alimentazione, all’infuori dai disturbi alimentari.
Oltre ai Disturbi del Comportamento Alimentare (Cibo ed emozioni nei disturbi alimentari), infatti, esiste un’alta percentuale di persone che si trovano in difficoltà nel gestire il proprio peso corporeo.
Chi di noi non ha mai seguito una dieta?
In pochi potranno rispondere negativamente a questa domanda.
Ed inoltre, in quanti pur seguendola, hanno poi ripreso velocemente i propri chili in eccesso?
In realtà, il termine dieta ha un significato ben diverso rispetto a quello comunemente assegnato:
il termine deriva dal latino diaita che vuol dire “stile di vita” in modo particolare relativamente all’acquisizione del cibo. La dieta, invece, come la intendiamo oggi è un regime restrittivo di assunzione del cibo. Quando facciamo una dieta ci impegniamo molto, seguendola nel dettaglio, pesando le quantità. Ma il nostro impegno non è tutto, ecco perché poi ci ritroviamo punto e a capo con lo stesso identico problema.
QUANDO MANGIAMO, NOI NON SODDISFIAMO SOLO IL BISOGNO DELLA FAME.
Così come quando facciamo sesso non lo facciamo solo per riprodurci, allo stesso modo non mangiamo solo per sopravvivere, ma in noi si attivano molteplici dimensioni, che ci influenzano nella scelta del cibo. È importante persino il colore del piatto, la sua forma, il colore della pietanza, il suo odore…ognuno di questi elementi partecipa nell’elaborazione del nostro cervello, che ci indica se un cibo è buono, oppure non adatto ad essere consumato e potenzialmente nocivo. È quindi veramente semplicistico pensare che il nostro rapporto con il cibo dipenda soltanto dalla fame, e se abbiamo qualche chilo in più, dalla troppa fame. Il cibo è per noi un elemento culturale importante (pensiamo al significato del preparare del cibo per qualcuno come sinonimo del prendersene cura), veicolo spesso di socializzazione, di aggregazione ed affettività. Il cibo richiama intorno a sé dimensioni diverse ed antiche, come lo scambio affettivo quando eravamo nutriti al seno, le regole alimentari che ci sono state date, il modo in cui crescendo abbiamo visto mangiare gli altri.
Possiamo dire, quindi, che il mangiare non è solo un fatto puramente legato alla fame, ma un atto primario che contiene in sé significati emotivi e culturali.
Ecco allora che se cerchiamo di dimagrire, forse, la sola chiave del regime alimentare può essere essenziale ma non esaustiva. Dobbiamo pensare che se mangiamo non solo per fame, allora per iniziare a cambiare le nostre abitudini alimentari, bisogna lavorare su tutti quegli aspetti che ci fanno mangiare di più: nervosismo, noia, felicità.
La domanda da porci è:
PERCHÉ’ QUANDO MI SENTO IN QUESTO MODO SENTO IL BISOGNO DI MANGIARE?
Questo è il vero nocciolo della questione che, se affrontato e disciolto, potrà aprirci le porte ad una nuova dieta, intesa come nuovo stile alimentare, maturato dalla nostra consapevolezza.
Se riusciamo a capire cosa copriamo e mistifichiamo con il cibo, saremo capaci di occuparci di quel bisogno in modo diverso, del tutto nuovo, senza ricorrere alla gratificazione del mangiare.
Occuparci della nostra alimentazione ha bisogno di un’attenzione più completa e complessa, per non ritrovarci nel loop delle diete disastrose, spendendo soldi e tempo inutilmente, riguadagnando chili e frustrazione.
E’ importante, quindi, farsi affiancare non solo da specialisti nel settore della nutrizione, ma anche da psicologi che, occupandosi degli aspetti emotivi legati al nostro rapporto con il cibo, ci permettano una maggiore conoscenza e consapevolezza del motivo per cui mangiamo, sgarriamo e copriamo altri bisogni con la ricompensa alimentare. L’atto del mangiare può essere compreso da più punti di vista. Capire perché quando siamo nervosi mangiamo, riconoscere lo stato emotivo, ci consente di sviluppare nuove strategie per affrontare il nostro stato emotivo, per occuparcene senza ricorrere alla dispensa. Lo psicologo, in questo, si rivela supporto essenziale, per costruire nuove strategie di gestione emotiva ed un nuovo rapporto con cibo e corpo.
Articolo a cura della Dott.ssa Anastasia Zottino.